sCaduti

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E per un attimo mi chiedo...
e quando sarò io, vecchio?...
Per un attimo, un attimo solo...
Poi penso subito ad altro...
ma intanto invecchio, invecchio sempre...
...Anche adesso, in questo momento...
io, noi, voi, tutti...
...everybody...
stiamo invecchiando...

Onirico, surreale, meditativo, quotidiano, imprevedibile, poetico e grottesco: questi alcuni degli aggettivi che descrivono le atmosfere di sCaduti, spettacolo in cui le parole si mischiano per gioco con suoni e movimenti.

Studiare, lavoro, pensione e poi muoio... Studiare, lavoro, pensione, se ci arrivo... Si... E se ci arrivo davvero, alla pensione? Partendo da questo interrogativo, lo spettacolo vuole aprire una finestra sul mondo, troppo spesso dimenticato, degli anziani. Le immagini, come fotografie, piano piano sbiadiscono. I movimenti rallentano, mentre i tempi si dilatano enormemente. Si perdono la cognizione dello spazio, del tempo, la certezza degli affetti... Tutto diventa relativo, precario, e subito inizia una piccola, grande battaglia per la sopravvivenza. E allora, via, si va...! Passeggiate, panchine, partite a carte e bocce, bar, spese nei piccoli negozietti, parrucchiera, visite al cimitero, ginnastica e tombole. E poi la coda per la pensione, i funerali, i cantieri, le gite. Ma è davvero tutto e solamente questo la vecchiaia...? Come piccoli carillon ubriachi, gli ingranaggi si inceppano, le cariche si esauriscono... I ricordi emergono e si dissolvono, portati via dagli anni e dalle malattie. Emergono vecchi rancori, innamoramenti, passioni sessuali sopite. La solitudine e la monotonia si impadroniscono degli spazi e dei tempi... Vecchi... spetemo la morte.. Uno spettacolo per sorridere amaramente di ciò che, lo si voglia o no… toccherà a tutti noi.

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